Nel lanciare la simulazione con il dato del 19 Luglio, i tempi caratteristici sono stati riportati al loro valore costante, usato sin dall’inizio della pandemia (plot i). Soltanto il tasso di ospedalizzazione (plot f) viene fatto diminuire proporzionalmente al tasso di vaccinazione prima dose degli ultrasessantenni (questo consente di mantenere il numero dei positivi simulati ad un valore sempre non inferiore agli effettivi misurati, plot e).
Ricordiamo che la diminuzione dei tempi caratteristici era stata introdotta per far sì che la mobilità ricavata dal fit ai dati degli ospedalizzati non diminuisse (anziché aumentare) mano a mano che venivano allentate le restrizioni (plot b). In realtà, secondo l’ipotesi recentemente discussa, la diminuzione apparente della mobilità, osservata fino a fine Giugno, altro non è che l’evidenza della progressiva diminuzione della sezione d’urto di contagio della variante alfa procedendo verso l’estate. Questa diminuzione apparente (nel prodotto tra il coefficiente di diffusione e la sezione d’urto, è in realtà quest’ultima che sta diminuendo) appare evidente nella regione tra le due frecce nel plot b dell’Italia. Il mantenimento ai propri valori costanti dei tempi caratteristici (di ospedalizzazione e di negativizzazione dei non ospedalizzati) fa sì che la mobilità risalga, per la transizione dal giallo al bianco, su valori più contenuti rispetto alle simulazioni mostrate nei giorni scorsi.
Proprio il fatto che il sistema sta rispondendo in modo così reattivo alla transizione giallo-bianco è indice, secondo questa descrizione, dell’avvento della variante delta con il conseguente ripristino della sezione d’urto del contagio al valore caratteristico della alfa quando questa circolava prima dell’estate.
Da questo momento i tempi caratteristici saranno mantenuti costanti seguendo gli sviluppi della situazione.
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