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Variante delta vs variante alfa

Torniamo ancora sul discorso della variazione di trasmissibilità delle diverse varianti. Con i dati attuali, il modello permette di concludere che le cose stiano come segue.
a) la variante alfa ha iniziato a subire l’effetto della bella stagione più o meno a fine aprile, manifestando una progressiva diminuzione della propria distanza di trasmissibilità (come peraltro è successo nel 2020 alla versione standard del virus). La distanza di trasmissibilità della versione alfa ha cominciato a diminuire a fine aprile in modo progressivo: questo spiega (vedi figura allegata) il motivo per il quale la transizione dall’arancione al giallo, nelle misure di restrizione della mobilità, non hanno determinato l’atteso significativo innalzamento nel numero di incontri giornalieri (la zona tra le due linee verticali in figura). Bisogna ricordare, infatti, che nel modello la velocità di trasmissione del contagio è data dal prodotto del coefficiente di diffusione, D, per la sezione d’urto, S, (proporzionale al quadrato della distanza di trasmissibilità, appunto): mentre, dunque, allento le misure di restrizione, i numeri del contagio non possono che risalire ma se, nel contempo, la probabilità del singolo evento d’infezione diminuisce (per effetto della bella stagione), si avrà un controbilanciamento e se, nel calcolo, questa probabilità viene mantenuta costante, vedremo un coefficiente di diffusione che non riesce a salire come ci aspetterebbe in conseguenza dell’allentamento delle misure. Poco importa perché, ripetiamo, la dinamica del processo è controllata dal prodotto DxS.
b) la variante delta altro non è che la versione Summer-Resistant della alfa. Si è sviluppata in India, grazie ad una situazione iniziale abbastanza fuori controllo, in condizioni ambientali alle quali in Europa ci avviciniamo solo nel periodo estivo, appunto. Essa ha la stessa trasmissibilità, secondo quando deduciamo dal nostro modello, della variante alfa quando questa circolava in inverno-primavera da noi (soprattutto in Gran Bretagna). Non poteva, in quel periodo, prendere il sopravvento in Europa proprio perché la distanza di trasmissibilità è la stessa. Ha semplicemente atteso che, a causa dell’approssimarsi della stagione calda in Europa, la variante alfa manifestasse, come detto, la diminuzione della propria distanza di trasmissibilità. A quel punto ha iniziato a progredire, pur con un valore della distanza di trasmissibilità pressoché uguale a quello della variante alfa quando quest’ultima circolava in inverno-primavera.
c) Conclusione. La variante delta mantiene la distanza di trasmissibilità dell’alfa ed è non corretto aumentarne ulteriormente il suo valore assoluto. Bisogna entrare nell’ottica, cioè, che tutte le volte che subentra una nuova variante questo possa essere dovuto ad un effettivo incremento della distanza di trasmissibilità della nuova rispetto alla precedente, o, più semplicemente ad una diminuzione della distanza di trasmissibilità della precedente rispetto alla nuova. Questo spiega: i) l’apparente aumento di trasmissibilità della variante delta (falso, è la distanza di trasmissibilità dell’alfa che sta scendendo); ii) la transizione arancione giallo non ha prodotto, nell’applicazione del modello, l’atteso aumento del numero di incontri giornalieri ma, in realtà, l’aumento c’è stato, mascherato dalla concomitante diminuzione della distanza di trasmissibilità della alfa; iii) sarebbe andato tutto bene ma, a quel punto, è, appunto, entrata in gioco la versione Summer-Resistant della alfa, cioè la variante delta, che ha riportato la distanza di trasmissibilità al valore consueto della alfa (quando circolava in inverno-primavera); iv) quest’ultima circostanza permette di descrivere molto bene il transiente così abrupt della risalita nel numero di incontri medi giornalieri associato alla transizione dal giallo al bianco.

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